Storia

Il territorio prossimo al LEA risulta ricchissimo di testimonianze archeologiche che abbracciano un arco temporale lunghissimo.

Recenti scavi hanno portato alla luce reperti risalenti addirittura al paleolitico medio: a circa 35.000 anni fa risalgono infatti i resti litici trovati nel Riparo Cavanna, una piccola cavità nei pressi di Castel di Pietra, che testimoniano come questo territorio fosse abitato sin dal tempo dell'uomo di Neanderthal.

La frequentazione dell'area continua in periodo etrusco. Tutta l'area, cuore dell'Etruria, risulta interessata da insediamenti sia di tipo abitativo (villaggi e sepolcreti), che industriale, vista la necessità del popolo etrusco di lavorare sul continente i minerali ferrosi provenienti dall'Elba. Ben noti i forni fusori ritrovati fortunosamente a Follonica, destinati alla lavorazione dell'ematite elbana.

Il periodo della romanizzazione si legge sul territorio attraverso la grande viabilità (l'Aurelia e le sue stazioni - Vignale per esempio) e le frequenti ville che sorgevano spesso sulle rive dei miti e ancora salubri laghi costieri maremmani.

Ben altre emergenze invece caratterizzano il medioevo, in cui l'incastellamento produce un fortilizio per ogni colle, con rade postazioni a mare destinate a diventare, con il passare dei secoli, solo postazioni di estrema difesa contro le temute scorrerie saracene. Passati anni di guerre, carestie e pestilenze ed avviandosi verso uno stato unico governato da Firenze i paesi perdono l'aspetto di rudi castellari e si ingentiliscono grazie a splendidi monumenti (Cattedrale di San Cerbone a Massa Marittima o la chiesa di San Biagio a Caldana) finanziati spesso con i proventi delle arti minerarie, sempre presenti in un territorio che oggi prende il nome da questa ricchezza , Colline Metallifere, ma che dal Rinascimento conoscono nuovi lustri, portando una sorta di benessere in terre altrimenti percorse da miseria e malaria.

Lo sfruttamento minerario caratterizzerà poi la rivoluzione industriale maremmana, lasciando come eredità , oltre agli aspetti socio-economici e culturali, un imponente patrimonio di macchine, edifici, miniere, che oggi risulta valorizzato nel "Parco Archeologico Tecnologico Delle Colline Metallifere Grossetana".